Ho partecipato all'incontro di area tenutosi a Ranica, dove i coordinatori e referenti della rete ci hanno convocato per ricevere suggerimenti, obiezioni, perplessità sulla bozza della carta dei principi.
Nella riunione tenutasi lunedì a Ranica ero l'unica voce fuori dal coro del “cosa mi è piaciuto”della Rete e alla cui domanda ho risposto della mia poca convinzione all'epoca in cui la rete è nata. Lì sui due piedi mi è stato chiesto il “perché” ma non era quello certo il momento più adatto a rispondere a questa difficile domanda.
Ora, con più calma, cerco di non lasciarla inevasa.
Prendo spunto dal fatto che si sta facendo un giro di pareri agli aderenti ai gas sulla stesura della futura “carta dei principi”, anche per fare alcune considerazioni di carattere più generale. Nello specifico, più per quanto riguarda il tema della “rappresentanza”, di cui pure lì a Ranica si è parlato.
La nascita della rete, secondo me, è avvenuta non come un bisogno nato dal basso ma come esigenza da parte di un piccolo gruppo di persone. Queste persone, molto motivate, hanno creduto con convinzione intellettuale e onestà morale all'importanza di far nascere una rete che fosse da collegamento tra i gas bergamaschi.
Hanno istituito sulla carta, ma anche in pratica, impegnandovi un profluvio di forze, una cosa ( non vuole essere un dispregiativo ma non ho sottomano un nome ) chiamata Rete.
Prima cinque, poi dieci, fino a trenta , quaranta, cinquanta persone, su un bacino di aderenti ai gas 20 volte tanto, hanno promosso e creato a tutti gli effetti RGB. Si sono poi fatte riunioni nei rispettivi gas dove si è spiegato cosa era la rete e che funzioni avesse. Per come la vedo io anche nei gas diciamo più “convinti”( per esempio il nostro, tra le cui fila annoverava il padre fondatore ), una volta dato il punto all'ordine del giorno della discussionesulla rete, il dibattito si è sviluppato con pochi interventi articolati e si è giunti alla conclusione di aderirvi più per mancanza di dissenso che per un vero convinto consenso.
Ma a parte questo, che può essere giustamente tacciata di una lettura delle cose parziale e soggettiva, a me sembra che siamo stati lontani da un evento “partecipato” attivamente dalla maggioranza degli aderenti ai gas.
Le mie perplessità, all'epoca, derivavano proprio dal fatto che questa rete nasceva grazie al bisogno di pochi rispetto ai molti.
Ciò che voglio dire è che un forte impegno di pochi ha sovrastato la passività di molti e su questo connubio asimmetrico c'è stato il via libera alla rete. Tutto male, quindi? Niente affatto. Anche se non sarebbe la procedura migliore del mondo, passi.
L'intenzione era lodevolissima e questo basti.
Quel che è stato è stato.
Anche se questa esiguità numerica di persone impegnate in questo grande progetto ha già prodotto, purtroppo, una caduta.
Dopo un anno la difficoltà a trovare due coordinatori, forse insieme a dell'altro ( dei 4 che erano previsti essere, a rotazione ogni anno), tra la cerchia dei referenti alla rete, ha prodotto questo primo impasse.
Comunque era una rete “più leggera”, così l'ha chiamata Mauro, quando ce l'ha ripresentata nella sua nuova veste.
I Referenti di rete, ho sentito quel lunedì a Ranica, discutono al loro interno anche di “rappresentanza”.
Se sia giusto o meno rappresentare verso l'esterno (istituzioni sul territorio, ecc) igas aderenti alla rete.
Se può servire, spendo due parole sul significato di rappresentanza.
La rappresentanza in generale e nel diritto civile è l'istituto per cui ad un soggetto è attribuito un apposito potere di sostituirsi ad un altro soggetto nel compimento di attività giuridica per conto di quest'ultimo e con effetti diretti nella sua sfera giuridica.
Il concetto di rappresentanza politica ( perché di questo trattasi )richiederebbe preliminarmente l'analisi di due ulteriori concetti, quello della rappresentanza, da cui esso è derivato e ha ereditato gli aspetti fondamentali, e quello della rappresentanza politica, di cui esso è la specie prevalente.
La rappresentanza
La rappresentanza è la conclusione di un atto negoziale ( la manifestazione cosciente e volontaria di un proprio intento, a cui l'ordinamento giuridico ( anche nel concetto di rappresentanza politica non si prescinde dall'aspetto giuridico ) riconnette quegli effetti ritenuti necessari o convenienti alla sua miglior realizzazione in forma giuridica), da parte di un soggetto (il "rappresentante"), "per conto" (nell'interesse) di un altro soggetto (il "rappresentato") e nei confronti di un terzo, e ha varie distinzioni: rappresentanzaindividuale e collettiva, di interessi e di volontà, organica e soggettiva nonché legale e volontaria.
A noi qui interessa la rappresentanza collettiva.
La "rappresentanza collettiva" è la rappresentanza il cui interesse è "collettivo", cioè appartenente a una molteplicità di individui, e si distingue in
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"generale", che è quella il cui interesse è "universale", cioè appartenente alla totalità dei componenti della collettività ( in questo caso, ogni singolo aderente dei gas della rete), e
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"speciale", che è quella rappresentanza il cui interesse è "particolare", cioè appartenente solo a una parte ( maggioritaria o minoritaria ) dei componenti della collettività.
Nel nostro caso bisognerebbe appurare se l'interesse della rappresentanza/rete sia universale o particolare e speciale.
Poi c'è la rappresentanza di interessi e di volontà
La "rappresentanza di interessi" è la rappresentanza il cui interesse è "oggettivo", cioè interpretato dal rappresentante.
La "rappresentanza di volontà" è la rappresentanza il cui interesse è "soggettivo", cioè interpretato dal rappresentato.
La nostra, almeno a me pare, si collocherebbe più nel primo caso, dove sarebbe maggiormente il rappresentante, cioè la rete nei suoi soggetti più impegnati che interpreterebbe questo interesse universale.
Vi sono poi vari tipi di rappresentanza
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c'è quella diretta dove il rappresentante pone in essere un' attivitànegoziale,(eventualmente anche con terzi) spendendo il nome del rappresentato. In questo modo gli effetti negoziali si producono direttamente in capo al rappresentato. Si dice anche che, in questo caso, il rappresentante stipula in nome e per contodel rappresentato.
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Nella rappresentanza indiretta (o impropria) il rappresentante non spende il nome del rappresentato, cosicché, generalmente (anche se vi sono rilevanti eccezioni da tener presente), gli effetti della negoziazione (unilaterale o bilaterale che sia) non si producono direttamente in capo al rappresentato, bensì, normalmente, in capo al rappresentante. Si dice anche che in tal caso il rappresentante stipula per conto (ma non in nome) del rappresentato.
La nostra sarebbe senz'altro di tipo diretto.
La "rappresentanza politica" è la rappresentanza di uno stato o di un gruppo politico e si distingue in autoritaria, democratica e mista.
E' importante, secondo me, sapere dove il tipo di rappresentanza che si vorrebbe creare vada a collocarsi. Descrivo questi tre tipologie
Autoritaria
La "rappresentanza politica autoritaria" è la rappresentanza politica, sul piano sostanziale, "generale" e "di interessi" nonché, sul piano formale, "organica" e "legale". Da quanto s’è detto, discendono i seguenti corollari:
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sul piano sostanziale, che il rappresentante e il rappresentato consistono, rispettivamente, nel "governante" e nella "totalità dei governati" e che l'atto rappresentativo può prescindere dall'elezione;
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sul piano formale, che il rappresentante e il rappresentato costituiscono un unico soggetto giuridico e che il rapporto rappresentativo è disciplinato da un accordo "morale" (regolato cioè da norme morali - il "mandato non imperativo"): sicché il precetto rappresentativo ha un carattere "morale" e la sanzione rappresentativa non può superare la "mancata conferma".
La rappresentanza politica autoritaria pertanto è caratterizzata dal potere del rappresentante politico di disattendere le promesse elettorali.
Democratica
La "rappresentanza politica democratica" è la rappresentanza politica, sul piano sostanziale, speciale e di volontà nonché, sul piano formale, soggettiva e volontaria. Da quanto s'è detto, discendono i seguenti corollari:
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sul piano sostanziale, che il rappresentante e il rappresentato consistono, rispettivamente, nell'eletto e nella maggioranza degli elettori e che l'atto rappresentativo non può prescindere dall'elezione;
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sul piano formale, che il rappresentante e il rappresentato costituiscono due soggetti giuridici distinti e che il rapporto rappresentativo è disciplinato da un accordo giuridico (regolato da norme giuridiche - il "mandato imperativo"): sicché, il precetto rappresentativo ha un carattere giuridico e la sanzione rappresentativa non può superare la revoca.
La rappresentanza politica democratica, pertanto, è caratterizzata dal dovere del rappresentante politico di rispettare le promesse elettorali.
Mista
La "rappresentanza politica mista" è la rappresentanza politica, in tutto o in parte, autoritaria o democratica. La rappresentanza politica mista pertanto è caratterizzata dalla libertà del rappresentante politico di obbligarsi o meno a rispettare, in tutto o in parte, le promesse elettorali.
Un mio brevissimo commento.
1)Da quello che ho detto all'inizio, cioè dalle modalità con cui è nata la rete mi pare che non ci siano ancora i presupposti perché qualcuno rappresenti qualcun altro. La rete ha più una caratteristica di essere un movimento, la “rappresentazione” del quale è un qualcosa di molto generico.
La rete ha senso come strumento di “servizio” , come trait d'union tra tutti i gas. La rete dovrebbe limitarsi a facilitare e a coordinare aspetti organizzativi.
Ho sentito lì a Ranica che, più o meno giustamente, si ha paura che la rete, o i gas nel loro insieme, possano venire strumentalizzati da formazioni partitiche ( paragrafo 3).
Ecco, prima ancora che questo pericolo, forse è più realistico il fatto che alcuni appartenenti alla stessa rete, proprio per il loro impegno e entusiasmo, possano sentirsi guide e cercare di indirizzare una massa di altri soci verso posizioni, anche avanzate, non dico di no, ma che tanti, forse, “subirebbero” perché non si è ancora interiormente maturi e pronti.
2)A me pare che un qualsivoglia tipo di “rappresentanza politica” non possa prescindere da un passaggio ad una forma di carattere “associativo” per avere insiti dei caratteri di legalità.
3)Se non si vuole avere una rappresentanza “autoritaria”, penso che sia indispensabile lo strumento elettivo affinché i propri rappresentanti siano effettivamente legittimati.
Ciao e buon lavoro
Annibale (pangas)